Storica villa-fortezza fatta costruire da Cosimo I dei Medici fra 1560 e 1564 allo scopo di difendere l’avamposto versiliese dalle minacce esterne e sorvegliare l’operato delle cave di marmo e delle miniere d’argento del comprensorio, Palazzo Mediceo di Seravezza, passato poi ai Lorena, rimase luogo di villeggiatura prediletto della famiglia granducale di Toscana fino al 1864, quando, assorbito dallo Stato italiano, divenne sede comunale.
Fu proprio qua che, il 6 dicembre 1943, Gino Lombardi (1920-1944), ex-sottotenente del Genio aeronautico nativo di Querceta, datosi alla macchia dopo l’8 settembre, inscenò la prima vera operazione partigiana della Resistenza versiliese: assieme ad un pugno di uomini, fra cui il suo amico nonché ex-attendente pisano Piero Consani (1923-1944), il marinaio sardo Luigi Mulargia (1924-1944), Oscar Dal Porto ed Alfieri Tessa, entrambi di Querceta, organizzò e portò felicemente a termine il clamoroso furto del ciclostile del comune, che, oltre a mandare su tutte le furie le autorità della RSI, nei mesi successivi si sarebbe rivelato uno strumento estremamente utile per la stampa di volanti propagandistici antifascisti da diffondere fra la popolazione. Di lì a poco, lo stesso gruppo di amici avrebbe dato vita alla prima vera formazione partigiana della Versilia, i “Cacciatori delle Apuane”, attiva principalmente in montagna.