Nel febbraio del 1944, nel pieno della persecuzione antiebraica, due giovani donne, Enrica Cremisi, incinta, e sua cognata Elda Funaro con i suoi due bambini, senza mezzi né protezione, si trasferirono a Terrinca, una frazione del Comune di Stazzema. Presso la padrona di casa Stella Coppedè e nel parroco del paese, don Egisto Salvatori, trovarono umana solidarietà e protezione. Grazie a loro, nel giugno del ’44, Enrica poté dare alla luce, nell’ospedale di Seravezza,una bambina, Adriana, familiarmente chiamata “Lilli”. E, sempre grazie all’azione solidale di alcune donne del paese come Riccarda Navarchi in Bazzichi, Lilli potè essere allattata.
È una delle storie portate alla luce nell’ambito del progetto “Vite salvate, storie di donne e uomini oltre la guerra e i razzismi”, curato dall’Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea (ISREC) in provincia di Lucca.
Domenica scorsa, 17 giugno, Adriana Funaro, “Lilli”, che ora vive in Israele, è salita a Terrinca per ricordare quanti hanno contribuito alla sua salvezza e a quella degli altri parenti. Lo ha fatto nel corso di un incontro promosso dall’ISREC, dal Comune di Stazzema, dal Circolo Arci “Le Tanacce”, dal Gruppo Culturale “I Colombani” di Terrinca. Nella sede del circolo Arci, alla presenza di un folto pubblico, dopo le parole del Sindaco di Stazzema, Maurizio Verona, del Vicepresidente della Comunità ebraica di Pisa, Lucca e Viareggio, Paolo Molco, e dei rappresentanti degli enti organizzatori, Silvia Angelini, storica dell’ISREC impegnata nel progetto “Vite salvate” alla ha ricostruito le vicende di Lilli e dei suoi familiari.
È una storia familiare complessa in cui si intrecciano solidarietà e delazione, deportazione e salvezza. Infatti prima di rifugiarsi a Terrinca, Enrica Cremisi con i genitori e i fratelli Adolfo e Remo, aveva lasciato nell’autunno ‘43 Lido di Camaiore e insieme ad altre famiglie ebraiche aveva trovato alloggio e amicizie leali a Loppeglia, nel Comune di Pescaglia. Poi, nel gennaio 1944, Ernesto Funaro, fidanzato di Enrica venne arrestato su delazione a Camaiore e deportato.
Nella primavera, mentre Enrica incinta si trovava a Terrinca, sempre su delazione furono arrestati a Loppeglia e deportati il padre, il nonno della giovane e un amico di famiglia.
In questa situazione drammatica, la generosità di don Aldo Mei darà asilo a Adolfo Cremisi, il fratello maggiore di Enrica, e la solidarietà degli amici di Loppeglia avrà cura della madre di Enrica e del fratello minore.
A Terrinca dove appunto Enrica e poi anche la piccola Lilli trovarono un rifugio sicuro, è stato un pomeriggio di intensa commozione, con l’incontro di Lilli con i discendenti dei suoi soccorritori, tra cui il suo “fratello di latte”, Daniele Bazzichi. Sono stati inaugurati due pannelli che rimarranno a ricordare la vicenda. Il Sindaco di Stazzema Maurizio Verona ha consegnato attestati a memoria delle meritorie azioni compiute da don Egisto, da Stella e da Riccarda e la comunità di Terrinca ha a sua volta consegnato a Lilli una dichiarazione a memoria di questa giornata.
Il giorno successivo Lilli, completando questo percorso di memoria familiare, si è recata a Lucca dove alla presenza dell’Assessora Vietina Ilaria, del prof. Luciano Luciani e altri membri dell’ISREC ha reso omaggio alla memoria di don Aldo Mei, presso il cippo che, fuori di Porta Elisa, segnala il luogo dell’esecuzione del mistico e generoso sacerdote. Successivamente è stata ricevuta, a Palazzo Orsetti dal Sindaco di Lucca, Alessandro Tambellini.
Bibliografia: Silvia Q. Angelini, Gli ebrei in provincia di Lucca tra deportazione e salvezza. 1943-1944, Documenti e Studi. Rivista dell’Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea in provincia di Lucca, n. 34, 2013, pp. 11-41.
Vedi il servizio nell’edizione serale di Raitre TG Regione Toscana del 18 giugno 2018