Nell’estate del 1944 il Gruppo Valanga è ormai strutturato in modo definito ed ha organizzato un distaccamento a Focchia. Il comandante è Carlo Capretz – che nel dopoguerra sarà il primo sindaco di Gallicano –, gli altri componenti sono Mario Sbragia, Ildo Rigali, Giancarlo Rossi, Oscar Bertogli, Raffaello (Fello) Gambogi, Franco Benedetti, Geremia Costantini, Delfo Vanni, Rigali Aimone e Rigali Giulio, Giovanni Frati, Alberto Casini, Adriano Pasquini, Liliano Paolinelli, Orazio Massara. Si tratta perlopiù di gente di zona, eccezion fatta per gli ultimi due: Paolinelli è di Marlia (Capannori), mentre Massara è un militare ventitreenne che ha prestato servizio all’Aeroporto di Tassignano fino all’8 settembre 1943.
La mattina del 13 luglio 1944 i tedeschi accerchiano la zona dove si trova una pattuglia del distaccamento. Una sentinella avverte Massara, che è capopattuglia, ma questi viene colpito e ucciso, mentre gli altri che sono con lui – Casini, Frati, Ildo Rigali, Paolinelli e Pasquini – vengono catturati e portati a Bagni di Lucca. Sono i giorni in cui, proprio nel centro termale della Media Valle del Serchio, i tedeschi sono impegnati a rastrellare la zona attuando la direttiva Kesselring della “terra bruciata” nelle zone controllate dai partigiani.
Il giorno seguente, i cinque catturati a Focchia vengono percossi duramente nel tentativo di far dire loro dove si trova il resto del distaccamento: poiché non parlano, vengono – a eccezione di Ildo Rigali, che a seguito della tortura subita ha perso i sensi – riaccompagnati nel luogo dove sono stati trovati. A Fabbriche di Vallico il gruppetto passa davanti l’abitazione di Casini: i tedeschi decidono di fucilarlo proprio lì, sotto gli occhi di sua madre. Poi il viaggio prosegue fino a Focchia: arrivati al cimitero del paese, vengono fucilati anche Pasquini e Paolinelli.
A Bagni di Lucca, nel frattempo, Rigali riesce a riprendersi e trova il modo di fuggire dopo aver ucciso la sentinella. Frati, invece, viene riportato in cella e ucciso la sera stessa.
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