Nell’autunno del 1944 ai bombardamenti che martoriano da settimane Castelnuovo si deve aggiungere un clima di guerra civile e guerra ai civili che in Garfagnana non ha precedenti.
Nel mese di ottobre arriva in zona la Divisione alpina Monterosa seguita, a fine mese, dai marò della San Marco. Ma sono molti i giovani del luogo che non rispondono alla chiamata di leva e tentano di attraversare il fronte. Non manca chi li aiuta. Per questa loro attività, vengono arrestati – tra gli altri – Ferruccio Marroni, ventotto anni, di Gallicano (il suo nome compare in un elenco dei partigiani dell’XI Zona), Telmo Simoni, vent’anni, di Trassilico, Adelmo Medici e la moglie di quest’ultimo, Natalina Peranzi, trent’anni, di Camporgiano, accusata di aver dato abiti borghesi ai soldati in procinto di attraversare il fronte. La mattina del 6 novembre 1944 i tedeschi, insieme ad alcuni alpini della Monterosa, portano al cimitero di Castelnuovo questi tre arrestati per fucilarli. Con loro anche il trentenne Antonio Bargigli, originario di Livorno e un passato nella X Mas: riconosciuto da un ufficiale della San Marco, ha tentato di passare il fronte, ma è stato catturato. Giunti al cimitero, Medici viene poi liberato, mentre l’esecuzione della moglie è sospesa in attesa di accertamenti.
Stando alla versione di due testimoni, riportata da Renzo Bertolini nel libro “La Resistenza in Garfagnana”, gli alpini che compongono il plotone d’esecuzione rifiutano di sparare e allora è l’ufficiale tedesco a uccidere gli uomini con la sua arma. Nel pomeriggio Natalina Peranzi viene riportata al cimitero e qui uccisa.