Nel dicembre 1943, il convento di Sant’Agostino, ricostruito nel XIV secolo addossato alla cinta romana delle Mura, diviene la caserma della nuova Brigata nera lucchese, sede del Comando provinciale della Guardia Nazionale Repubblicana e del suo Ufficio Politico Investigativo. Qui, dopo essere stati individuati e fermati, sono fatti confluire i sospetti di attività antifasciste e i loro favoreggiatori: interrogati, intimiditi e minacciati di ritorsioni ai danni delle rispettive famiglie, sono anche brutalmente interrogati, battuti e torturati.
Le sevizie consistono in percosse, nell’ingestione forzata di liquidi immondi, in bruciature inferte con una stufa elettrica, nella torsione o compressione dei testicoli.
Sono sottoposti a tali trattamenti il capitano Filippo Rubolotta, l’avvocato Guido Di Grazia, il professor Aldo Muston, Aldo Piancastelli e tanti, tanti altri.