Lo storico palazzo, progettato dall’architetto fiorentino Giuseppe Poggi, fu costruito, a partire dal 14 ottobre 1861, grazie al mecenatismo di numerosi artisti (da cui il nome). Finalizzato ad ospizio Marino, secondo i progetti del Comitato istituito a Firenze dal medico Giuseppe Barellai, divenne nel 1912 Colonia permanente, destinata alla cura dei “soggetti affetti da malattie tubercolari chirurgiche e di forme mediche della minore età” (i cosiddetti “scrofolosi”) e all’ospitalità di “convalescenti di malattie acute o soggetti bisognevoli di soggiorno al mare”. Nel 1938 fu acquistato dal Comune e destinato a scuola e biblioteca pubblica.
Nel dopoguerra, essendo inutilizzabile il vecchio Municipio gravemente lesionato dalle bombe, il Palazzo divenne la nuova sede del Comune.
A piano terra fu allestita la sala Consiliare, che fu dedicata al partigiano Medaglia d’oro V.M. Manfredo Bertini.
Il primo consiglio comunale fu quello uscito dalla consultazione amministrativa del 24 marzo del 1946. Su un totale di 26514 elettori andarono al voto in 21317, con una percentuale che superò la soglia dell’80%. La DC conseguì la maggioranza relativa dei suffragi, con 8250 voti, guadagnando 16 seggi dei 40 in gioco, ma la vittoria arrise senz’altro alle sinistre, con i 7073 voti dei comunisti e i 4444 dei socialisti: i due partiti, con i loro 14 e 9 seggi rispettivamente attribuiti, conquistarono saldamente la maggioranza assoluta, che, con l’aggiunta del consigliere repubblicano, elesse sindaco il comunista Alessandro Petri.
Le elezioni furono le prime alle quali parteciparono le donne, sia come elettrici, che come candidate. Rilevante fu l’elezione in Consiglio comunale di due donne: la comunista Nerina Giannessi, figlia di Umberto, il presidente della Croce Verde toltosi la vita nel 1926 per le angherie fasciste (nella Croce Verde, Nerina fece parte del primo Consiglio direttivo ricostituito nel dopoguerra, dopo lo scioglimento decretato dal fascismo nel 1930) e la democristiana Bruna Morandi (figlia di Guglielmo, combattente in Grecia nel 1897 con Antonio Fratti, e cognata del nuovo sindaco).
Un nuovo riconoscimento alle donne fu tributato nella stessa sala del Consiglio con la solenne consegna della medaglia d’oro a Vera Vassalle.