L’area compresa attualmente tra via Mazzini e via Vespucci, tra via Fratti e la ferrovia, era nella prima metà del Novecento occupata dalla Villa Rigutti e dal suo parco, passato alle cronache per gli incidenti avvenuti durante la sfida calcistica Viareggio – Lucchese e a seguito dei quali erano iniziate le cosiddette “giornate rosse” del 1920.
Nell’area di Villa Rigutti si insediano i dieci uomini della “Garosi” (tra cui, il vicecomandante Nestore Cinquini, il commissario politico Sergio Breschi e Vivarello Vettori) che entrano in città e qui pongono la loro base operativa.
“La pattuglia partigiana” – racconta Francesco Bergamini – “rastrellò la zona e riuscì a far prigionieri alcuni tedeschi e fascisti, che vennero temporaneamente rinchiusi nella villa suddetta. Fra questi c’era anche il commissario di P.S. di Viareggio, dottor Cozzolino, che insieme agli altri fu successivamente consegnato alla polizia militare alleata”.
L’episodio si inserisce nel contesto della Liberazione della città, avvenuta tra il 15 e il 16 settembre 1944 ad opera delle forze alleate provenienti da Torre del Lago. Il 15 settembre, il 39° reggimento inglese opera il passaggio del Burlamacca; poi, dal pomeriggio, intervengono il 434° e 435° battaglione statunitense. Gruppi di partigiani, tra cui quelli della appena costituita “Banda Canova”, coadiuvano l’azione degli alleati, impegnando in scontri nella campagna e nella periferia nuclei di soldati della Wermacht rimasti a difesa delle truppe in ritirata. La “Banda Canova” si scontra con reparti tedeschi al Marco Polo, mentre quelli della “Garosi” riescono a insediarsi come si è detto a Villa Rigutti. Dopo gli ultimi scontri a fuoco di cui sono protagonisti i partigiani, il 16 settembre la città è interamente liberata e il Comando alleato è provvisoriamente insediato in Piazza Mazzini.