È negli ultimi mesi della Seconda guerra mondiale che Castelnuovo di Garfagnana viene presa di mira dagli attacchi aerei e dai cannoneggiamenti degli angloamericani. Ferrovia, strade, attività produttive, presenza delle truppe tedesche (per alcune settimane anche delle Brigate Nere) sono alla base di questa attività molto intensa.
La prima incursione avviene domenica 2 luglio 1944: alle 11.14 uno stormo di dodici aerei Douglas A-20 Havoc dell’aviazione statunitense sgancia 41 bombe da 500 libbre e un minuto dopo altre 91 da 260 libbre, tutte nei pressi della stazione ferroviaria dove si trova un deposito di combustibile segnalato dai partigiani. Nell’azione muoiono sei civili, di cui tre bambini.
Nei mesi successivi i bombardamenti si ripeteranno via via con un’intensità maggiore. Molte famiglie sono costrette a sfollare verso altre località ritenute più sicure, ma non mancano quelle che si nascondono nelle condotte idroelettriche o nelle gallerie della ferrovia ormai chiusa al transito dei treni. Il parroco di Torrite, nel dopoguerra, scriverà di aver celebrato messe e comunicato fedeli nelle selve, nelle stalle e nella condotta idroelettrica presente nelle vicinanze del paese. Pure l’ospedale, dopo essere stato colpito, viene chiuso e organizzato in via di emergenza nella frazione di Antisciana. In autunno non passa giorno che non ci sia un bombardamento dall’alto o un cannoneggiamento. Un’anziana donna che muore per motivi di salute viene sepolta senza chiamare il sacerdote per timore delle cannonate. Chi rimane a Castelnuovo non trova più pane, farina, sale, patate. Ma sono pochi ormai.
Il 13 febbraio 1945, nel pomeriggio, il bombardamento più drammatico, quello che lascerà il bilancio più pesante in tutta la lucchesia in questi anni di guerra. I cacciabombardieri, probabilmente cercando di colpire una postazione di artiglieria tedesca non distante da lì, centrano un improvvisato rifugio antiaereo in località Novicchia (vicino al cimitero di Castelnuovo). Muoiono trenta persone, tra cui il vicario parrocchiale don Raffaello Rossi, ventinove anni, molto conosciuto perché nei mesi precedenti si è dato parecchio da fare per aiutare la popolazione in difficoltà.
Al termine della guerra, sono circa una settantina le incursioni aeree su Castelnuovo, tutte comprese nell’arco temporale dal 2 luglio 1944 al 4 aprile 1945. Si calcola un 80% di danni di guerra ai fabbricati, quattromila sinistrati, 862 persone da assistere (di cui 288 di età inferiore ai 15 anni).
La Centrale elettrica e la Tessile Valserchio sono da ricostruire. La Rocca ariostesca e il Duomo sono gravemente danneggiate. Piazza Umberto, via degli Orti, via Farini, via Olinto Dini, via Castruccio sono occupate dalle macerie: per rimuoverle si calcola una spesa di quasi cinque milioni di lire dell’epoca.