S. Maria a Colle: un tragico agosto di solidarietà e ferocia

Santa Maria a Colle, un piccolo paese dell’Oltreserchio a ovest di Lucca. È l’estate inoltrata del 1944: mentre si fa sempre più pesante e oppressiva l’occupazione militare tedesca, il parroco, don Pio Serafini, il tenente medico dott. Pilade Nardi, reduce dalla guerra di Grecia e rientrato fortunosamente in famiglia dalla prigionia in Germania e il maggiore Raffaello Fambrini, geometra nella vita civile, residente a Santa Maria a Colle e componente del Cln militare di Lucca, allestiscono un piccolo ospedale per venire incontro alle più pressanti urgenze sanitarie della popolazione locale e di quella aggiunta, numerosissima e miserabile, degli sfollati.
In un ambiente adiacente alla parrocchia, già utilizzato in passato come sala cinematografica, trovano posto una dozzina di posti letto, poche altre mal ridotte attrezzature sanitarie avanzate dall’ospedale militare di via Galli Tassi e scarsi medicinali messi a disposizione dalla farmacia, ormai chiusa di Ponte San Pietro. Sul tetto, dipinta ben visibile, una grande croce rossa a protezione di questo luogo figlio dell’italica arte di arrangiarsi e della solidarietà popolare.
Ai bisogni alimentari dei ricoverati provvede un comitato alimentare ‘ricco’ di ben due mucche da latte e della farina ottenute da una faticosa e pericolosa mietitura del grano in zona di guerra generosamente offerta dai paesani: un piccolo patrimonio continuamente insediato dai tentativi di razzia dei militari tedeschi e ogni volta difeso con grave rischio personale dal sacerdote, dal medico, dal militare.
Fino a quando la situazione precipita. Il 18 agosto 1944 il sottufficiale medico sergente Papuska, un assassino psicopatico, della XVI Panzergrenedier Division, si rende responsabile dell’omicidio in corte Cosci di Raffaello Giannini: lo preleva in casa sua e lo trasferisce a Nozzano dove lo ammazza in corte “Cosci”. Il 23 agosto lo stesso Papuska, giunto improvvisamente in corte “al Tenente” in compagnia del suo interprete soprannominato “il Bolzanino”, uccide, sotto gli occhi della madre, Alberto Vannucci e suo cugino, Cherubino. Non pago, Papuska obbliga l’anziana donna a scavare una fossa nel campo di patate di fronte a casa e le impone di seppellire i due corpi. Poi, tramite l’interprete, ordina che nessuno li rimuova per una sepoltura più degna, nel qual caso minaccia rappresaglie. Poi costringe due fratelli, Pompilio e Aurelio Vannucci, fratelli di Alberto e Pietro Vannucci a seguirlo verso il comando tedesco. Li fredda, a colpi di pistola, lungo la strada. Il giorno seguente, nel corso di un’ennesima sortita nella corte “Al Treppia”, uccide Alessandro Palagi. Gli stessi don Serafini e il dott. Nardi, sono oggetto di persecuzioni e minacce di morte sono costretti ad abbandonare il paese per rifugiarsi a Lucca.
Solo la coraggiosa denuncia di questi crimini operata dalla maestra Cesira Fambrini al Comando tedesco riesce a ottenere l’allontanamento del sergente Papuska da Santa Maria a Colle.
Riconosciuto colpevole dalle stesse autorità tedesche e inviato a nord di lui non si è saputo più nulla.


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S. Maria a Colle: un tragico agosto di solidarietà e ferocia

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S. Maria a Colle: un tragico agosto di solidarietà e ferocia 43.849774, 10.437012 S. Maria a Colle: un tragico agosto di solidarietà e ferociaUn piccolo ospedale in parrocchia. E un medico delle SS che agisce come un vero criminale di guerra(continua a leggere)