Il 24 luglio 1944, la XVI Panzergrenadier Division “Reichsfuhrer – SS” comandata dal generale Max Simon, requisisce l’edificio che accoglie la scuola elementare di Nozzano “Ermenegildo Pistelli” e la adibisce a sede del carcere divisionale, affidandone la gestione alla Feldgendarmerie del tenente Gerhard Walter: a lui e ai suoi uomini il compito di amministrare i campi di prigionia, procedere ai rastrellamenti antipartigiani, trasferire la manodopera coatta.
Così, nei locali destinati alla scoperta dell’alfabeto e alla trasmissione dei fondamenti del sapere, dopo essere stati rastrellati, in condizioni materiali terribili, sono concentrati centinaia di sfollati, sbandati, rastrellati… Tra loro, quelli individuati come partigiani o oppositori del regime di occupazione militare vengono brutalmente interrogati, ferocemente torturati e avviati all’esecuzione che si consuma nelle località circostanti secondo un tragico, incalzante calendario di morte:
• 1 agosto, a Massaciuccoli, Bonifica dei Conti Minutoli, 2 fucilati;
• 11 agosto, in tre diversi punti nelle vicinanze di Balbano, 13 fucilati;
• 18 agosto, a Nozzano e a ponte San Pietro, 2 fucilati;
• 23 agosto, a Santa Maria a Colle, 2 fucilati;
• 24 agosto, nei pressi di Nozzano, 3 fucilati;
• 29 agosto, a Laiano di Filettole, 37 fucilati;
• 2 settembre, a Massaciuccoli, nelle vicinanze di villa Minutoli, 11 persone sono uccise e arse;
• 2 settembre, nei pressi di villa Rossi di Compignano, 12 fucilati;
• 2 settembre, Balbano, in zona detta “al Molinaccio”, altri fucilati.
La scuola elementare di Nozzano è il luogo dove, prima di essere giustiziati senza pietà, tra gli altri patiscono umiliazioni e sevizie inenarrabili:
– don Giorgio Bigongiari, cappellano di Lunata;
– don Angelo Unti, pievano di Lunata;
– don Libero Raglianti, parroco di Valdicastello;
– Leila Farnocchia, maestra elementare di Camaiore;
– Livia Gereschi, insegnante.
Prima di lasciare Nozzano, incalzati dall’avanzata alleata, i tedeschi minano e fanno saltare la scuola elementare nella speranza di distruggere insieme i luoghi e la memoria.
Alla fine della guerra il generale Max Simon, responsabile per grado delle atrocità avvenute a Nozzano e dintorni, è processato a Padova da un tribunale inglese. Condannato a morte, vede la sua condanna commutata nel carcere. Libero nel 1954 per intercessione dell’arcivescovo di Colonia Frings, muore d’infarto nel 1961. Durante il processo dichiara: “rifarei esattamente tutto ciò che ho fatto”.
Orsi – Da rastrellati a partigiani – Diario 1944
Per una storia della scuola di Nozzano