Ponterosso presa di mira dagli aerei alleati

Presso la piccola frazione di Ponterosso, a poco più di un chilometro di distanza dal centro di Querceta, le due principali arterie di comunicazione della costa toscana settentrionale, la via Aurelia e la linea ferroviaria Genova-Pisa, attraversano il fiume Versilia con due ponti paralleli, posti a brevissima distanza l’uno dall’altro: siamo di fronte ad un luogo della memoria altamente significativo delle distruzioni subite dal territorio versiliese a causa dei bombardamenti alleati della Seconda Guerra Mondiale. Il 24 marzo 1944, mentre i reparti nazisti resistevano tenacemente sulla Linea Gustav da quattro lunghi mesi, gli Alleati, sfibrati, intenzionati ad ostacolare in ogni modo l’afflusso di rifornimenti tedeschi diretti a sud, lanciarono “Strangle” (letteralmente, “strangolamento”), una vasta offensiva aerea diretta contro le infrastrutture stradali e ferroviarie dell’Italia centrale.

Avviata in una fase della campagna d’Italia  in  cui gli angloamericani  potevano  ormai vantare una supremazia aerea schiacciante sui loro avversari, “Strangle” prevedeva azioni mirate contro svincoli, ponti e stazioni, allo scopo di ritardare, e, se possibile, bloccare del tutto i movimenti delle già scarse unità avversarie impegnate sul fronte meridionale, costringendole a faticosi e malsicuri trasferimenti su gomma: forti di una grande abbondanza di uomini, mezzi e carburante, gli Alleati furono in grado di lanciare missioni capillari e numerose, anche contro obiettivi di secondaria importanza, se considerati nel complesso del teatro bellico nazionale, proprio come Ponterosso.

Data la peculiare conformazione del territorio appenninico, in cui gli obiettivi da colpire erano spesso concentrati nello spazio angusto di un fondovalle o di una breve pianura, stretta fra il mare e le ripide montagne retrostanti, per le operazioni furono privilegiati apparecchi agili e manovrieri, come cacciabombardieri e  bombardieri leggeri. Il 18 maggio 1944, mentre gli angloamericani riuscivano a sfondare la Linea Gustav, Ponterosso riceveva il suo primo, massiccio bombardamento alleato: si trattava di tre velivoli appartenenti alla 12ª Air Force statunitense, probabilmente decollati dalla Corsica, in quei mesi ormai trasformatasi in un unico, grande campo di volo degli Alleati, tanto da venir soprannominata “U.S.S. Corsica”, proprio come una portaerei della flotta americana. Per la popolazione locale, colta del tutto di sorpresa, il primo raid su Ponterosso rappresentò un vero e proprio shock: molti, infatti, nei giorni seguenti, scelsero di sfollare volontariamente, cercando rifugio presso amici e parenti in località meno esposte, spesso su per le valli delle Alpi Apuane. Ufficialmente, “Strangle” si concluse il 4 giugno 1944, con la presa di Roma: anche nei mesi successivi, tuttavia, gli angloamericani tennero alta la pressione aerea sui tedeschi, allo scopo di intralciarne la lenta ritirata verso nord. Dopo quello del 18 maggio, infatti, Ponterosso dovette subite altri 14 bombardamenti, tutti diretti contro il doppio ponte stradale e ferroviario sul fiume Versilia: inspiegabilmente, però, tutte le incursioni fallirono il loro scopo. A causa dei limiti intrinseci delle apparecchiature dell’epoca, poi, di una certa imperizia dei giovani equipaggi, ma anche di un’oggettiva asperità del territorio, che concedeva agli aviatori soltanto pochi secondi di tempo utile per puntare, sganciare gli ordigni e prendere quota, prima di approssimarsi ai muri di roccia delle Apuane, gli attacchi finirono  per  colpire abitazioni civili e strutture pubbliche poste nelle borgate adiacenti il bersaglio, come appunto Ponterosso, ma anche Crociale, Colombaia, Pozzi, Vallecchia, Ponte Strada e la stessa Querceta: soprattutto, però, l’entroterra versiliese lamentò diversi morti e molti feriti. I raid su Ponterosso s’interruppero soltanto quando gli Alleati furono prossimi a raggiungere la Versilia con i propri reparti di terra: fra gli edifici ridotti in macerie, ci fu anche l’antica chiesetta di San Bartolomeo, a poche centinaia di metri dall’obiettivo in direzione Pietrasanta. Alla fine, i due ponti furono distrutti dai nazisti in ritirata. Stavolta, ironia della storia, furono gli americani a trovarsi in difficoltà nel muovere mezzi e materiali verso la Gotica: per avanzare con camion e corazzati, dovettero infatti ricorrere ad un ponte prefabbricato di tipo Bailey.


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