Umberto Boni, nato a Roma il 28 dicembre del 1872, giunse a Viareggio nei primi anni del Novecento, svolgendo una intensa attività giornalistica.
Scrittore pungente e brillante, firmava i suoi articoli con lo pseudonimo di Cravache, «frusta».
Dopo un periodo di presenze più saltuarie in città, tornò più stabilmente a Viareggio negli anni Trenta. Scrisse molto allora sul Carnevale, collaborando anche con la rivista ufficiale Viareggio in Maschera e producendo alcuni dei testi più celebri della manifestazione che furono musicati da Sadun e altri compositori.
La memoria cittadina lo ricorda vivere e scrivere sui tavoli dei locali della Passeggiata, particolarmente del Gran Caffè Margherita.
Insofferente nei confronti del regime e malvisto dai fascisti, salutò il 25 luglio con una irridente poesia che così concludeva: Italiani, gridiamo a perdifiato: / viva la libertà!
Arrestato in circostanze non chiarite, incarcerato a Firenze, fu condotto al campo di Fossoli e istradato il 21 giugno 1944 con il convoglio numero 53 verso Mauthausen.
Classificato come shutz, prigioniero politico («triangolo rosso»), se ne registra il decesso nel castello di Hartheim, luogo destinato agli esperimenti medici e agli stermini, il 2 novembre 1944.
Per approfondire:
Claudio Lo Nigro, Vita e destino di Umberto Boni detto Cravache, contenuto nel sito, a questo link: